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sabato 24 settembre 2011

And Then We Will Dream: "You"- Tuxedomoon

You are the final kiss
You are the missing
You are the distant home of prisoners
You are the connecting cell
You are the secret room in the house of horror
You are the blue light of peace and loneliness
You are loveless saint
You are the scale by which I measure my own strength
You are the loveless saint
We are the lie which lives upon itself
We are all that we should be
We are the lie which lives upon itself
We are all that we should be 


Lyric From A Poem By Ralph Saver

Ten Songs To...

Beta Band - The House Song

King Crimson - Fallen Angel

Names - Calcutta
 

National - Mistaken For Strangers

Radiohead -  Idioteque

David Sylvian - Some Kind Of Fool

Tuxedomoon - In A Manner Of Speaking

Tom Verlaine - Mary Marie

Robert Wyatt - Little Red Riding Hood Hit the Road

XTC - This World Over

venerdì 23 settembre 2011

The Catalogue: Great Lake Swimmers/ Lost Channels



Lost Channel rappresenta il disco della maturità creativa dei canadesi Great Lake Swimmers, progetto artistico del songwriter Tony Dekker. 

Per registrare Lost Channel, Dekker e compagni sono andati a monte del fiume San Lorenzo alle Thousands Islands,  luogo situato tra Toronto e Montreal, presso il confine canadese- americano, a trarre fonte immaginativa da questa zona pittoresca, magica, silenziosa.

La musica di Great Lakes Swimmers è il risultato delle visioni e dei sogni generate da tali situazioni naturali.

La voce di Tony Dekker si erge su note folk dalle tinte pastello, in sontonia con i paesaggi immensamente evocativi che le ispirano.

Lost Channels è un'opera rigorosamente acustica, ricca di fascino nostalgico di tempi passati.

Tony Dekker si avvale in Lost Channels della collaborazione di Julie Fader, flauto e voce; Greg Millson, percussioni; Darcy Yates, basso; Erin Aurich, violino, Mike Olsen, cello; Paul Aucoin, vibrafono. Da ricordare la partecipazione di Serena Ryder, voce in “Everything  Is Moving So Fast”e Bob Egan, pedal steel. 

Una perla della corrente folk- acustica indipendente contemporanea.




giovedì 22 settembre 2011

Soley/ We Sink


Ennesimo lavoro proveniente dalla terra d'Islanda.
Soley è una giovane songwriter già appartenente al gruppo, sempre islandese, Seabear, due album all'attivo.
Sóley Stefánsdóttir da vita, in questo disco d'esordio, a sei composizioni per voce e pianoforte ma anche a divagazioni espressive, tra tutte Theater Island,  ricche di intrecci  armonici;  ballate  pop in  cui l'uso  di  archi,
chitarre e la presenza molto delicata  di ritmi elettronici fanno di We Sink un'opera impressionista. Il suono è sempre accattivante ed il risultato finale crea un quadro vago ed irreale. Su tutto l'ammaliante ed onirica voce di Soley. 

We Sink è un lavoro che colpisce per la semplicità armonica che lo caratterizza.
Incantevole e luminoso come un'aurora boreale.

The Catalogue - David Sylvian/ Everything and Nothing

Everything and Nothing è una retrospettiva antologica pubblicata
come doppio Cd dalla Virgin nell'ottobre del 2000. Essa certamente contiene 

i momenti più raffinati ed identificativi della musica di David Sylvian.
 


L'opera contiene alcune delle songs più espressive, affascinanti e coinvolgenti
degli ultimi  decenni.
 


Musicalmente Everything and Nothing racchiude una gamma di suoni 
ricca ed elegante in ogni sua sfumatura; notevole il fascino creato 
dalla fusione tra spiritualità e culture orientali, tanto care al vocalist 
e compositore inglese.
 


E' come se il tempo si fosse fermato, tanta è la freschezza armonica che
scaturisce da tale collage di ritmi e liriche molto suggestive.  Ben tredici 
tracce estrapolate da Aside e Bside di singoli, altre ancora rimissate e reincise.
 


David Sylvian sarà in tour a marzo del 2012,"Implausible Beauty
tour", che dovrebbe avere inizio in Italia, a Padova, per poi toccare  
Milano, Roma, Bologna ed altre città europee..
 



Il programma definitivo del'Implausible Beauty 2012 tour  sarà comunque
disponibile venerdì 23 settembre.

mercoledì 21 settembre 2011

The Catalogue - Stars/ The Five Ghosts


Montreal è una città dove in inverno gran parte della gente trascorre
molto tempo in casa, a riparo dal glaciale clima che la caratterizza,
bevendo vino rosso e cercando di riscaldare i propri cuori.
Alcuni trovano l'amore, altri lo perdono.
Altri ancora dormono soltanto, assaporando l'estasi di un ozio
inevitabilmente protratto nel tempo.  Da Montreal provengono
gli Stars;  un quartetto composto da Torquill Campbell, Evan Cranley,
Amy Millian e Chris Seligman.
 

The Five Ghosts è l'ultimo lavoro del gruppo canadese; anche in questo,
come nei precedenti albums, veniamo a contatto con un magico collage di suoni
elettronici ed acustici che impressionano per la loro delicatezza e perfezione.
Rimembranze di New Order, Style Council, Devine & Statton e di esperienze
attuali, Grandaddy, si mescolano tra loro rendendo possibile una
evoluzione di suoni dalle molteplici sfaccettature.
 

Wave elettronica romantica giocata sulla semplicità compositiva.
Ballate notturne, malinconiche ed eteree ricordano i migliori
Smiths di Morrissey. Gli Stars creano musica pervasa dal buon gusto,
indispensabile in questi anni caratterizzati dall'estremo cattivo gusto.
 

Gli Stars rappresentano artisticamente la propria idea di bellezza,
guardando, magari inconsapevolmente, al passato.


La loro musica è brillante e si adatta alle stagioni che viviamo;
essa è solare e crepuscolare allo stesso tempo.





 

Rainy Days Albums

 
John Martyn - Solid Air

Bill Evans Trio - Sunday at the Village Vanguard

Jefferson Starship- Red Octopus

Nine Horses - Snow Borne Sorrow

Ben Watt - North Marine Drive

John Coltrane - Settin' the Peace

Okkervil River - Black Sheep Boy

Tom Waits - Blue Valentines

Porcupine Tree - The Sky Moves Sideways

 Miles Davis - Ascenseur pour l'échefaud o.s.t.

martedì 20 settembre 2011

The Catalogue - The Pineapple Thief


Pineapple Thief è il progetto artistico dell'eclettico autore tedesco Bruce Soord. Con lui Jon Sykes, Keith Harrison, Wayne Higgins e  Matt O'Leary. Musicalmente Bruce Soord esordisce, al fianco di Neil Randall, co Vulgar Unicorn, tre album all'attivo.

Ascoltando i dischi del gruppo, ormai britannico d'adozione, veniamo a contatto con un suono di chiara derivazione progressive, molto romantico e dai ritmi delicati ed eterogenei. L'appartenenza alla Cyclops, label indipendente britannica di prog rock, estremamente attiva nelle produzioni alternative, permette  agevolmente di determinare la naturale collocazione della band.  Variation On A Dream è certamente l'opera più matura dell'ensanble.
 
Percettibili sfumature portano alla mente Radiohead, Porcupine Tree o i Genesis di The Lamb Lies Down On Brodway. La musica dei Pineapple Thief passa da un estremo minimalismo ritmico ad  avvolgenti armonie, oscure, malinconiche, ma sempre policrome e coinvolgenti,  in continua evoluzione.


lunedì 19 settembre 2011

Eluvium: Musica Trascendente


Eluvium è la creatura aristica dell'americano Matthew Cooper.
A differenza di molti compositori che si vuole fare appertenere 

ad una omogenea scena musicale attuale, sia essa classificata 
post-rock o ambient wave etc, Matthew Cooper segue una 
linea compositiva  minimalista giocata su toni estremamente
rarefatti e ammalianti.
"Copia" è certamente il lavoro più importante di Eluvium; esili note di uno
struggente pianoforte, fiati,   archi, creano armonie eteree, quasi
impercettibili ed allo stesso tempo intense nella loro evoluzione.
Il giovane autore nordamericano da vita ad una efficace forma di 

ambient wave elettronica decadente comunque non riconducibile 
alle tante produzioni, in certi apsetti analoghe, molto comuni in questi anni.
Eluvium è pura arte, è il suono del crepuscolo, della natura e dello spirito.
 

Every Silver Lining Has A Clou



Every Silver Lining Has A Clou raggiungono l'esordio discografico ufficiale
grazie a questo album pubblicato dalla Project di Sam Rosenthal.
 


Every Silver Lining Has A Clou è di fatto un duo francese composto da
Guillame Pintout  e Cyrille Holodiuk.
 


La musica creata dai due artisti  è molto delicata, intrecci di
chitarre e pianoforte generano atmosfere estremamente rarefatte;
se amate   Mogway, Sigur Ros  o  Eluvium, Every Silver Lining Has 

A Cloud è un dolce dono in sintonia con l'autunno in arrivo.
 


Musica per sognare quindi; dark wave romantica  della migliore qualità,
dai colori cupi comunque motlo seducenti ed a volte intensi, tipici di una
notte tempestosa autunnale.
 


Un gioiello.


domenica 18 settembre 2011

The Catalogue - Cibelle Cavalli



Cibelle Cavalli, attrice e musicista, è uno dei talenti più eccitanti e seducenti tra le nuove tendenze musicali brasiliane. Nata e formatasi a  São Paulo, metropoli  ricca di fermenti artistici e culturali, raggiunge  discreta notorietà come vocalist dll'album São Paulo Confessions,  opera del produttore slavo, trapiantato in Brasile, Suba  (1961-1999).

Gli intrecci stilistici che caratterizzano la sua musica danno vita ad armonie delicate  ed oniriche. Una coesistenza di ritmi bossa nova, downtempo, samba-soul, jazz, raffinati spunti elettronici e trame psichedeliche divinamente armonizzate con  melodie post rock, tipiche della migliore tradizione avangurdistica europea e  nordamericana, accompagnano la sua intensa e bellissima voce.
 
Las Venus Resort Palace Hotel, album pubblicato nel 2010 sempre dalla Crammed Discs, è il suo ultimo lavoro. Dopo lo splendido debutto del 2003 ed alcuni momenti non esaltanti,  The Shine of Dried Electric Leaves, l'eterea ed affascinante  polistrumentista brasiliana ritorna con un'opera estremamente godibile. 

Cibelle è la nuova musica brasiliana nel mondo, tranne che in Brasile, dove le sue intuizioni, evolute e sofisticate rispetto al limitato gusto popolare, la rendono una artista cult. 


Discografia


Cibelle- 2003
  
The Shine of Dried Electric Leaves- 2006
  
Las Vênus Resort Palace Hotel-2010

 

sabato 17 settembre 2011

The Catalogue - Tuxedomoon/ Bardo Hotel Soundtrack

Ancora a lavoro Steven Brown, Blaine L. Reininger, Peter Principle e Luc Van Lieshout.


Un nuovo disco, un anno dopo Cabin in the Sky, realizzato per Made to Measure, la collana sperimentale e cult della Crammed Discs,  label indipendente belga.





Un collage di Composizioni spontanee registrate a San Francisco- città nella quale i Tuxedomoon si formarono alla fine degli anni '70- nella primavera del 2005, come soundtrack del film Bardo Hotel, diretto da George Kakanakis, basato su una novella di Brion Gysin.

Il suono è quello tipico dei momenti felici dell'ensamble  californiano. Sembra di tornare indietro nel tempo e rivivere le magiche e misteriose atmosfere di Ghost Sonata e di Divine.

Bardo Hotel è un disco, rigorosamente strumentale, di musica surreale, sospesa nei meandri dell'oscurità tipica delle notti delle metropoli americane; un Road Movie della mente.

Arrangiamenti minimali fanno da sottofondo ad una fusione di jazz, elettronica, blues urbano e world music.

Musica per i nostri cuori, lontana da generiche classificazioni.

Girls/ Father, Son, Holy Ghost


Finalmente un album eccitante dal mercato indipendente. 
Autori i  californiani Girls, San Francisco.


The Girls danno vita,dopo l'estremamente felice esordio avvenuto con  
l'opera "Album", a questo eccellente e vigoroso "Father, Son, Holy Ghost".


Echi molteplici caratterizzano il loro suono naif;  liriche malinconiche si
inseriscono in un contesto molto evocativo che aiuta a percepire rimembranze 
di un  tempo passato.


Father, " Son, Holy Ghost" è una opera molto preziosa nata all'insegna 
di un assoluto buon gusto estetico; musica bellissima che certamente 
trae spunti da riferimenti musicali passati, ma guardare indietro negli 
anni e rivisitare  tendenze espressive di tempi non attuali non è un male; 
se poi il risultato finale è così magicamente intenso come quello 
raggiunto in Father, Son, Holy Ghost, beh non possiamo che 
essere ampiamente felici.


venerdì 16 settembre 2011

St. Vincent/ Strange Mercy


St. Vincent è lo stage name scelto da Annie Clarck, songwriter nordamericana,
per la propia attività creativa e concertistica.  
Di fatto è una ossequia al Saint Vincent's Catholic Medical Cnter, "luogo",
afferma la giovanissima polistrumentista, "dove i poeti decidono di andare 
a morire".

La ventottenne compositrice, già allieva della Berkleee School Of Music  di  
Boston, ha tre interessanti  lavori all'attivo, il più  recente dei quali, 
Strange Mercy, è stato pubblicato dalla londinese 4AD proprio oggi.

Annie Clark ha aperto live performances di musicisti quali Television,
Grizzly Bear, Aecade Fire etc.

Vanta allo stesso tempo la  presenza nella live band voluta da Sufjan 
Stevens nell'ultimo suo Tour del 2006.

La sua musica è assolutamente in linea con le attuali tendenze espressive; 
probabili  spunti ispirativi certo David Bowie,  Kate Bush etc.

Certamente una architettuttura sonora molto comune in questi anni. 

Non  proprio originale.

Discografia


Marry Me 2007
Actor 2009
Strange Mercy 2011

giovedì 15 settembre 2011

Album da ricordare

AA.VV/ Cherry Red 8 Cd Box set- 2011 

 
Miles Davis/ Doo-Bop- 1992

 
Anna Domino/ Mysteries of America- 1988

 
Brian Eno-David Byrne/ My Life In The Bush Of Ghosts- 1981


Good Speed You Black Emperor/ Lift Your Skinny Likes Antennas To Heaven- 2000

Mogway/ Mr Beast- 2006 

The National/ Boxer- 2007

Radiohead/ In Rainbow- 2007

Radohead/ Amnesiac- 2001

Sigur Ros/ ()- 2002

Cinematic Orchestra






Cinematic Orchestra è un eclettico ensamble britannico nato alla fine 
degli anni'90 dalle originali visioni artistiche dello scozzese Jason 
Swinscoe, responsabile in quel tempo della label Ninja Tune.
 

La line-up è composta, oltre che dallo stesso Swinscoe, da Luke Flowers,
Tom Chant, Nick Ramm, Stewart Mc Callum e Phil France.
 

Loro debutto con l'album Motion, acclamata opera prima molto
originale ed attraente.
 

Estremamente raffinate le live performances della band. 
La struttura compositiva è caratterizzata da una tenue 
fusione di jazz, elettronica ed ambient.
 

Gusto estetico notevole.
 

Ma Fleur è un' opera  intensamente pervasa da ritmi 
elettroacustici e soffici spunti free jazz.
 

Liriche mistiche e leggiadre. Il disegno artistico finale
tocca gli apici di una rara bellezza comunicativa.
 

  

Alessandra Celletti Intervista

Alessandra Celletti, pianista e compositrice italiana, grazie alla sua naturale
capacità di dare vita a trame sonore di notevole spessore espressivo, merita,
oggettivamente, di figurare tra le più esaltanti concretizzazioni di un
ipotetico concetto di arte contemporanea.
La magia dei suoni lascia trasparire il piacere della composizione, oltre che
quello della ricerca, caratteristica molto rara nella musica
tendenzialmente colta; il risultato finale è una perfetta e superba fusione e
coesistenza di classicità e modernità. La Celletti dona, con grazia intensamente
sorprendente, momenti romantico-decadenti dal fascino di affreschi letterari.
Note demiurgicamente concepite propongono riflessioni e suggestioni di natura
mittleuropea. Musica senza confini la sua, limpida, delicata ed onirica.
Attratti inesorabilmente da siffatta perfezione stilistica, abbiamo desiderato
porle alcune domande; di seguito il risultato della nostra conversazione.

 Se dovessi presentarti sinteticamente… parla  un po di te.
 Sono una persona complessa, come tutti gli esseri umani, ma mi      
 interessa la semplicità e la mia ricerca va in quella direzione,      
sia dal punto di vista umano che musicale. Ho un carattere allegro    
e la mattina non vedo l’ora di svegliarmi per cominciare a vivere       l
a mia giornata fatta di suoni e di colori. Ma a volte ho dovuto       
faticare per non soffocare questa natura giocosa. Sono sempre stata   
curiosa e sono attratta dalle cose nuove. Non mi piacciono i musei    
e al passato preferisco il futuro.


  Musicalmente cosa ti piace ascoltare; pensi che la tua opera tragga   
spunto da determinati movimenti espressivi 
Nell’ascoltare musica non faccio distinzione di generi. Mi piace la  
 musica antica e l’avanguardia, la musica da camera di Brahms e       
Ravel, il rock, il pop e ho un’amore per il punk… Penso che nel mio   
cuore musicale c’è un miscuglio molto divertente e originale.      
 Sicuramente sono stata influenzata dalla corrente minimalista, ma    
 l’autore che sento più vicino, quello che mi ha sempre tenuta  per   
 mano, è sicuramente Erik Satie.
 
Storicamente  viviamo tempi estremamente difficili; l’interesse,   
specialmente dei più giovani, verso i problemi reali del mondo,   
fame, povertà, squilibri sociali, guerre etc., è quasi assente;   
come se quello che accade non ci toccasse. Tu come vivi questa   
situazione che definirei di “egoismo generalizzato”; la tua musica  
 è influenzata da quello che ti circonda  o lasci prevalere il lato   
introspettivo e le suggestioni del tuo cuore.
Istintivamente direi che lascio prevalere il lato introspettivo…ma   
forse non è così. Quello che ci circonda non può lasciarci

indifferenti anche se a volte non ce ne accorgiamo. Penso che nella    
mia musica, e forse succede così in ogni creazione artistica, si     
mischia quello che sono con quello che succede fuori… E’ vero,
ci sono molti problemi nel mondo, e siamo bombardati da
messaggi che suggeriscono l’egoismo, ma a me risulta che
soprattutto i giovani     continuano ad avere un cuore “pulito” 

e generoso.
Sono in contatto     con molte persone che stanno combattendo 

in prima persona per un mondo più equilibrato e senza prevaricazioni. 
L’ultima iniziativa importante è quella promossa da Greg Lake, 
mitico cantante degli Emerson, Lake & Palmer, che sta facendo 
una personale battaglia per salvare gli animali che vivono alle Seichell, 
che sono lasciati morire di fame o addirittura torturati… 
Ci sono tante cose che non sappiamo… Ma ognuno di noi 
può fare molto e la consapevolezza è già un primo passo importante.
 

Cosa pensi di internet in relazione alla musica; aiuta la musica   
soltanto da un punto di vista promozionale?
 

 Per me Internet è la più grande invenzione del periodo moderno.   
Questa possibilità di comunicare è fantastica… Non è solo una   
questione promozionale, è proprio un fatto di scambio, di     

condivisione.
Nel mio caso personale ad esempio, grazie alla mia    

paginetta di myspace sono entrata in contatto con James Nice,
dell’ etichetta britannica LTM, che ha prodotto il mio ultimo CD, 
Way Out e con tantissimi musicisti con cui sto
collaborando, tra cui  il  mitico Joachim Roedelius, pioniere della musica
elettronica tedesca  una persona fantastica. E poi, a partire dalla musica,        

ho creato veri e propri rapporti di amicizia.

I Nuovi Bohemien: Sufjan Stevens

La East Coast statunitense è, in questi anni, ritornata ad essere quell’ideale luogo di incontro e propagazione dei più innovativi fermenti culturali  dei nostri tempi. Sufjan Stevens è un moderno menestrello folk metropolitano. E' originario di Detroit, Michigan, ma newyorkese di adozione; e proprio del microcosmo artistico e bohemien della grande mela è una figura emblematica. La sua musica  è estremamente delicata, quasi sospesa , animata da ritmi esili ed onirici. Stilisticamente potremmo dire, magari azzardando, di avere a che fare con una sorta di folk urbano psichedelico, un Neil Young del XXI secolo. Ma, in questo caso,  cercare di trovare necessariamente delle identificazioni potrebbe risultare fuorviante. L'estroso songwriter nordamericano è creatore di un personalissimo stile variopinto che abbraccia tanto la tradizione quanto le nuove correnti contemporanee dell’elettronica. Estremamente originale la coesistenza di diversi strumenti sonicamente e fisicamente differenti tra loro, come piano, chitarra e banjo. Una magica fusione che crea un fantasmagorico processo di scoperta e di sorprese. Suoni essenziali danno vita ad una ricca gamma di emozioni che riescono ad ipnotizzarci con melodie ammalianti che trascendono gli aspetti materiali della realtà circostante. Seven Swans è il disco meno sperimentale e più acustico, ed il primo, tra i suoi lavori, per cui Sufjan si è avvalso di  un produttore, ossia quel Daniel Smith che è anche titolare dell’etichetta Sounds Famylire, nonché leader della band Danielson Famile. Il respiro antico del folk si stempera morbidamente con certo gospel psichedelico, generando soavi immagini dalle tinte pastello. Su tutto si erge una mistica ed intima voce. Ogni canzone è una storia a se, fatta di molto banjo e molta voce, la sua materia prediletta, ma anche di pianoforte e tastiere elettroniche. Se non il più bello, Seven Swans, è sicuramente il suo  lavoro più maturo e compiuto.  Definitivamente una promessa sempre più mantenuta, che tuttavia fa pensare di doversi ancora materializzare completamente.


Discografia  Sufjan Stevens

A Sun Came- 1999

Enjoy Your Rabbit- 2001

Greetings From Michigan, The Great Lake State- 2003

Seven Swans- 2004

Illinois - Sufjan Stevens Invites You To: Come On Feel The Illinoise-2005





mercoledì 14 settembre 2011

Playlist Tendenziale Settembre

  

Bel Canto/ birds of passage




Jonsi/ go 

Karate/ Unsolved           


Flaming Lips/ Yoshimi Battles The Pink Robots


P. J. Harvey/ White Chalk



XTC/ English Settlement

Mogway/ Young Team

Modern English/ After the Snow   


Radiohead/ In Rainbows


Tortoise/ Millions Now Living Will Never Die

AA.VV The Cherry Red Records 8cd box edition

La Cherry Red, etichetta indipendente londinese, ha pubblicato
recentemente, in edizione limitata, I'll Give You my Heart. Si
tratta di un cofanetto contenente 8cd con  booklet esplicativo
dalla grafica e dai dettagli molto completi.
Tra i tanti artisti presenti Ben Watt,  Tracey Thorn,   Marine
Girls, Robert Wyatt, Dead Kennedys, Eyeless in Gaza etc.

Devics Interview



Quando si riescono a superare gli sterili confini di un genere, andando oltre le barriere che limitano stili e correnti, si è in grado di dare vita ad opere che lasciano trasparire il piacere della composizione oltre che quello, rigoroso e spesso monotono, della ricerca.  I Devics, band californiana composta dalla vocalist Sara Lov e dal polistrumentista Dustin O’ Halloran, raggiungono naturalmente questo risultato. Push the Heart è il nuovo loro album, pubblicato a tre anni di distanza dallo splendido The Stars at Saint Andrea. I due artisti americani frequentano spesso l’Italia. Le influenze della cultura europea sono abbondantemente percepibili nella loro musica. Stilisticamente non è semplice trovare punti di riferimento per descrivere le loro creazioni; a volte è percepibile una somiglianza con gli ultimi Cocteau Twins o con il lato più romantico di David Sylvian . Il suono è sempre delicato ed ammaliante. La voce di Sara Lov, così intensa e magnetica, riesce ad attraversare l’anima e raggiungere i nostri cuori. I colori della loro musica sono quelli tipici del crepuscolo e delle stagioni autunnali. L’eleganza espressiva che scaturisce già ad un primo ascolto di Push the Heart è sorprendente  quanto esaltante. Incontro Sara Lov e Dustin O’Halloran per cercare di conoscere la natura di siffatta bontà  creativa; la semplicità dei due è una delle tante pregevoli qualità che permettono un tale successo. Ditemi qualcosa dei Devics; se doveste presentarvi a chi non vi conosce…”Per lo più siamo Io e Dustin, ma anche, alcune volte, si uniscono a noi Ed Maxwell, Ted Liscinski, Scott McPherson, Michael Jerome ed altri ancora. Io e Dustin ci siamo incontrati nel 1991 all’Università in un corso di arte. Abbiamo cominciato a fare musica insieme con la nostra propria Label, la Splinter Records, realizzando il nostro primo cd/demo, nel 1996.   Nel 2001 è stato pubblicato dalla Bella Union l’album My beautiful sinking ship . Sempre attraverso  la label Bella Union abbiamo proposto la nostra musica in Europa, firmando invece con la Filter US recordings per gli USA.” Risiedete spesso in Europa? “ Ci siamo trasferiti in Italia nel 2001, programmando di restarci per un anno. Io ci sono rimasta per due anni, mentre Dustin vive ancora in Italia. Ho ancora la mia casa in Italia, dove trascorro sei mesi all’anno; dipende anche da quello che andremo a fare.” Che differenze percepite,artisticamente e culturalmente, tra le tendenze espressive europee e quelle nord americane. “ Io penso che le persone sono sempre uguali indipendentemente dal luogo di residenza, e comunque non ho una ampia visione di differenze culturali, perché ho realizzato di  aver incontrato sempre lo stesso tipo di gente, in qualsiasi posto sia andata”. Trovate un pubblico più attento al vostro lavoro in Europa o Nord America? “Penso che in Europa il pubblico è molto migliore, anche se in alcune parti degli Usa è buono”. E' stata, giustamente, rivalutata gran parte della musica che ha caratterizzato gli anni 80 e 90. Voi cosa ne pensate. Siete stati influenzati da qualche nome o movimento in particolare di quegli anni?. “ Quello era il  tempo in cui scorpivo la musica. Tutto per me è cominciato con  Cocteau Twins,  Smiths e Billie Holiday, che, anche se molto più vecchia, ho scoperto in quegli anni; ma anche  Nick Cave, Tom Waits,  Pixies, Pj Harvey e tanti, tanti altri ancora , troppi da scrivere qui”. Come Devics, o anche come solisti, avete progetti? “ Si. Presto, quando avremo del tempo, cominceremo a lavorare ad un altro album, ma ci potrebbe volere un po’. Dustin sta per realizzare il suo secondo album di piano solo; tre brani di questo disco faranno parte della colonna sonora del film di Sofia Coppola, Maria Antonietta. Io sto anche  per pubblicare un disco da solista per cui avevo  cominciato a lavorare, ma i Devics hanno preso gran parte del mio tempo, non lasciandomi spazio per completarlo”. I devics disegnano egregiamente il nuovo volto del pop colto attuale. La loro è la musica del nostro tempo.


 


Hammock

Hammock è un duo composto da Marc Byrd e Andrew Thompson che ha origine in
Nashville, Tennessee.
Facile catalogare la musica estremamente eterea che caratterizza i loro lavori;
è spontaneo classificarli come appartenenti a quella corrente artistica
nata con band come Mogway, Tortoise etc.
Noi per semplicità preferiamo identificarli come autori di un pop etereo dalle
atmosfere ambient.
In più o meno due anni di attività  i due musicisti hanno dato vita a diversi
lavori che non si distaccano da tale  architettura sonora.