Dopo più di due anni d'attesa dall'ultimo disco, In Absentia, settembre 2002, Porcupine Tree tornano sulla scena musicale proponendo un album di superba bellezza, Deadwing, prodotto da Lava Records.
Gli amanti del gruppo britannico noteranno alcuni aspetti nuovi, probabilmente relazionati a momenti musicalmente più duri, nello scorrere dei brani, anche se Steven Wilson e compagni continuano a trasmettere la più profonda essenza del loro stile.
Dopo l'intenso lirismo iniziale di Deadwing e Shallow, si passa all'atmosfera celestiale creata dal dolce Lazarus.La seguente track, Halo, ritorna su linee espressive drastiche ed introduce la vertiginosa Arriving Somewhere But Not Here. Senza attimi di tregua viviamo la sensazione esplicita della appartenenza dei Porcupine Tree alla scena progressive psichedelica attuale.
Le trame sperimentali originate dai Porcupine Tree sono alimentate da una dirompente freschezza creativa. Quasi a volere ribadire la loro immensa genialità compositiva, Steven Wilson, Richard Barbieri, Colin Edwin e Gavin Harrison, arrivano i sette fantastici minuti di Mellotron Scratch.
La song successiva, Open Car, è una sorta di ponte da attraversare per giungere finalmente a Start of Something Beautiful, una composizione che tocca l'apice estremo del sublime, dove l'ensamble esprime la propria poliedrica potenzialità immaginativa.
Assolutamente tale brano ci fa viaggiare in un meraviglioso universo sonoro che pochi artisti hanno saputo creare. E propriamente ispirati dall'antico e sempre vivo gigante pinkfloydiano chiudono Deadwing con Galss Shattering.
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