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martedì 17 gennaio 2012

Trembling Blue Stars Beth Arzy Interview



Intervista di Monica Mazzoli

Poche certezze costellano l'esistenza, le persone cambiano, crescono, i sentimenti si attenuano o rinforzano con il trascorrere del tempo. Però c'è qualcosa che non cambia o quantomeno sembra non cambiare mai... la passione, irrazionale e tentatrice.


E’ un piacere avere l’opportunità di intervistare Beth Arzy. Gli anni passano, ma la voglia di mettersi in gioco e di lasciarsi trasportare da nuove passioni, no. Gli estimatori di certo pop dalle forti venature malinconiche ricorderanno bene il suo passato nei Trembling Blue Stars  e negli Aberdeen. Da qualche mese Beth Arzy si è cimentata in una nuova avventura, è entrata a far parte come additional vocalist dei Charlie Big Time, una giovane pop band di Bolton, Uk.

Beth, come ti trovi in questa nuova esperienza? E’ un po’ come ritornare indietro nel tempo e lavorare con una band emergente.

Beh, non c'è stato propriamente un break. Io e Bobby, a Settembre 2010, abbiamo registrato l'ultimo Ep dei TBS, pubblicato nel Maggio 2011. Volevamo fare le cose a modo nostro- Elefant Records ci ha cortesemente supportati in questo-, includendo anche una cover di una canzone degli Wire ed un acusmatico remix di Robert Hampson, vero e proprio eroe musicale per me e Bobby. La copertina è di uno dei miei artisti del suono preferiti, Runar Magnusson, questa volta eravamo realmente in grado di fare le cose a modo nostro mettendo i TBS in primo piano. Durante   Maggio/Giugno dello scorso anno, sono stata in California per alcuni spettacoli e registrazioni con la mia vecchia band Aberdeen, che mi aspetto nonvedranno mai la luce. Tutto quello che posso dire a riguardo è che "non si può mai tornare a casa".  Con i Charlie Big Time ho praticamente forzato la mia strada nella band. Mi hanno inviato una canzone da ascoltare e suonava così naturale ed old school, un pò come The Housemarstins o i Crowded House... musica direttamente dal cuore, non influenzata dall'indie schmindie ed intrisa della piovosa Inghilterra del Nord. Ci sono stata un paio di mesi fa, per registrare dei cori. Sono dei ragazzi davvero adorabili e modesti. Abbiamo registrato per circa tre ore nella stanza degli ospiti della casa di Matthew, ed altre sei ore nei pub locali. Un totale approccio alla musica, senza pressioni alcune. Adorano comporre e scrivere ottime canzoni, senza la necessità di appartenere ad una qualsiasi scena. Pur essendo in giro da parecchio tempo, non sono di certo una band emergente, si dimostrano molto rilassati, cosa che io amo. Nessuno m'ha costretta a fare qualcosa e questo m'ha messa completamente a mio agio.

Niente dura per sempre. La vita è come un libro, è bello sfogliare le pagine, immedesimarsi nelle varie avventure, per poi giungere alla fine. E’ cominciare un nuovo libro. Ogni tanto però è bello riguardare le vecchie foto e ricordare i momenti più belli dei tempi che furono, senza per questob  essere nostalgici. Beth, ti andrebbe di raccontarci gli attimi più belli vissuti con i Trembling Blue Stars?

Il tempo trascorso con i TBS è stato brillante e difficilmente troverai tre tizi più piacevoli di Bobby, Keris e Jonathan. Credo che Jonathan fosse l'unico a non odiare i tour o il suonare dal vivo, ed è sempre stato disponibile per qualsiasi cosa. Il resto di noi sembrava piuttosto infelice d'essere coinvolto in concerti. Era più divertente passare del tempo con loro, piuttosto che fare cose da band! La registrazione non è stata proprio una "cosa da band", infatti ognuno di noi ha registrato le proprie parti in tempi diversi. Partecipare alla sessione di Mark Radcliffe è stato molto divertente, lo è stato anche suonare a Berlino, beh, non tanto il suonare, ma l'essere a Berlino, quando Jono s'è perso, o in Spagna, quando Bobby cadde in mare. L'Elefant Records s'è sempre dimostrata accogliente ed essere andati in Spagna con loro è stato molto piacevole, pur dovendo suonare ai concerti e stare svegli fino a tardi. Lì, tutto accade veramente tardi e, proprio quando saremmo dovuti avanti, eravamo già tutti pronti in pigiama, salvo per Jono . Ho un vago ricordo di me, in Spagna, mentre tornavo a piedi al nostro hotel. Erano circa le 4:00 del mattino, avevo gli occhi annebbiati, ed una sconosciuta ragazza spagnola chiacchierava con me tenendomi per mano. Quelli si che erano bei tempi.

Prima di salutarci, mi piacerebbe farti un ultima domanda, che ho sempre desiderato farti, quando canti a cosa pensi, cioè mi spiego, nella tua mente si creano un flusso di immagini o ti concentri esclusivamente sulla melodia.

Io non sono una cantante tradizionale, così penso di solito "non scazzare, non scazzare, ricorda e le parole" . Non sono mai rilassata abbastanza per pensare alla melodia od a immagini. Se io sto cantando una canzone triste, a volte cerco di pensare a qualcosa di triste- come Bruno Schleinstein- attore, pittore e musicista tedesco ndr. - ma i trucchi  dei cantanti non funzionano con me perché io non sono realmente una cantante

martedì 6 dicembre 2011

Anna Domino- On The Hudson (Demo)



On The Hudson è una composizione che appartiene a un demo che la stessa songwriter ci ha inviato tempo fà.

Abbiamo pensato che non sarebbe stato giusto nascondere al mondo tale manifestazione artistica di immensa bellezza.


La musica è l'ideale colonna sonora di una poesia raffinata, staccata dalla urgenza delle passioni, ricca di preziosismi e memorie, abile a trasportarci in un mondo lontano, ove regnano la serenità e la contemplazione.

www.youtube.com

martedì 29 novembre 2011

Sara Lov/ I Already Love You


Abbiamo sempre pensato che Sara Lov, creatrice con Dustin O'Halloran dei Devics, fosse una delle autrici più affascinanti tra le tante che popolano il panorama musicale indipendente, e pensavamo bene.

I Already Love You, il suo nuovo album, pubblicato dalla Splinter/Irma, è una raccolta di sublimi e delicatissime manifestazioni artistiche.

In questa ammaliante opera la Lov rivisita in modo originalissimo diversi classic dei nostri tempi.

La freschezza e la bellezza del risultato finale sta non tanto nella scelta del prodotto che lo ha determinato, ossia i titoli delle varie tracks, ma bensì nelle capacità interpratative ed espressive della musicista nordamericana.

I Already Love You si evolve seguendo un contesto ispirativo delicato, evocativo e mai ripetitivo.
 
Atmosfere tipiche di giornate uggiose si manifestano in tutto il loro tono romantico e crepuscolare. Tinte pastello e colori comunque tenui animano un affresco musicale intensamente raffinato.

Le liriche parlano di amori, più o meno felici, di rapporti interpersonali e generazionali, insomma ciò che viviamo giornalmente.

Ogni momento del disco è meritevole di citazione; noi desideriamo soltanto soffermarci su Papa Was A Rodeo, brano dei Magnetic Fields, che dopo questa rivisitazione si collaca tra quelle cose che trascendono ogni razionale criterio di bellezza e Square Heart, dei Black Heart Procession, retta da pianoforte e violino.


Anche I Already Love You sarà  nella nostra Top Ten del 2011. 





Disponibile su annieroses  intervista ai Devics, effettuata in occasione della pubblicazione di Push the Heart.

martedì 22 novembre 2011

The Notwist/ "The Devil, You + Me"



I Notwist si formano nel 1989 a Weilheim, Monaco. All'inizio il loro sound, alimentato da una viscerale estetica sonora, è usualmente associato a certo Hardcore Metal.

Nel 2002 la band tedesca da vita a Neon Golden, uno stupendo album a tutt'oggi estremamente affascinante ed originale, che è stato anche il proprio maggiore successo commerciale e che ha ottenuto globalmente grandi successi di critica.

In Neon Golden è rintracciabile una chiara ispirazione sperimentale che si stempera in intuizioni pop molto efficaci; su tale ampia gamma di suoni si erge la romantica e malinconica voce di Markus Acher.

The Devil, "you + me", è stato composto quale soundtrack del film "Storm", di Hans-Christian Schmid; storia di una possibile testimone di crimini commessi durante la guerra bosniaca.

In esso emerge costantemente il passato dell'ensamble bavarese, ossia quella fusione di jazz, rock ed elettronica, ed il lato tendenzialmente più esplorativo, tipico delle ultime produzioni del trio. E' proprio l'incontro di tali estremi a rendere The Devil, "you + me" un disco dalle molteplici sfaccettature armoniche. 

L'album si manifesta efficacemente già dalla straordinaria apertura di "Lies Good", fino al fragile e sommerso lirismo di "Gone Gone Gone".

La musica percorre i sentieri di un equilibrato e pacato linguaggio espressivo; toni sobriamente scanditi, generati da delicati ritmi elettronici, danno vita ad atmosfere intimiste e soffici. 

I testi esplorano il disagio esistenziale dell'individuo contemporaneo che si traduce a volte in particolari stati d'animo fatti di tristezza, disperazione ed angoscia; presente anche la constatione ed il rifiuto dell'inevitabile e  monotono ciclo della vita e della morte. 

Markus Acher, Michael Acher e Mecki Messerschmid allietaranno con siffatta godibilissima produzione gli amanti della musica alternativa ed evoluta attuale, identificabile in gruppi come Radiohead, certi  recenti Wilco etc.


sabato 19 novembre 2011

The Cure "Reflections Tour" Live @ London - Royal Albert Hall, 15/11/2011



Live Reports by Vik Korova 


Correva l'anno 1981, plumbea epoca londinese che consacrò i Cure come gli oscuri narratori di un immaginario trascendentale.

Oggi, nel 2011, a trent'anni di distanza, Smith & Co, tornano di gran carriera nella stessa Londra che li svezzò e diede loro voce riportando in auge un tempo lontano.

La magnifica Royal Albert Hall diviene, in breve, teatro di un presente che prende il nome di "Faith, quell'era di mezzo il cui passato fu rappresentato da "Three Imaginary Boys" e "Seventeen Seconds" ed il cui futuro si sarebbe concretizzato nel celebre "Pornography". Con una formazione dinamica e del tutto rinnovata, la band apre le danze di questa terza data del "Reflections Tour" con un lucido power trio, spiazzante e corroborante- Smith, Gallup, Cooper-, rimettendo in scena il primo album della loro carriera, datato 1978, "Three Imaginary Boys".

L'adolescenzialità dei brani viene abilmente mitigata dall'esperienza dei tre che spiccano particolarmente in "Another Day", "Subway Song" e "Fire in Cairo". La proverbiale apparizione sul palco di Roger O'Donnell, storico tastierista del gruppo licenziato nel 2005, segna il passaggio all'epoca successiva, quella di "Seventeen Seconds". Le flebili tastiere addolciscono il mesmerico nichilismo del set, che trova certamente il massimo splendore in "A Forest" e nella bistrattata "Seventeen Seconds", brano suonato solo ed esclusivamente durante il tour dell'80 e mai più riproposto.

Con il sopraggiungere di Laurence "Lol" Tolhurts, uno dei padri fondatore dell'originario trio immaginario, la band è finalmente al completo e si mostra in tutto il suo splendore proponendo il tanto atteso "Faith".
La perfetta atmosfera e l'impeccabile immedesimazione dei musicisti veicola l'imponenza di brani come "The Funeral Party" e "The Drowning Man" che rappresentano il culmine artistico della serata, riverberando su di una platea pervasa da un rigoroso silenzio estatico. Finiti i tre blocchi principali, il quintetto, capeggiato da un Robert Smith particolarmente logorroico, si precipiterà alla riscoperta di vecchie perle dimenticate, "Charlotte Sometimes",  finalmente ridegnata delle proprie tastiere, e "Another Journey By Train" su tutte, per finire con brani più luminosi e goliardici come "The Walk" e "The Lovecats".

Concedendosi al pubblico con un immenso set di ben 45 brani, per un runtime totale abbondantemente oltre le tre ore, l'irripetibile spettacolo appare immediatamente di spessore e qualità decisamente superiori alla quasi totalità delle ultime apparizioni della band dal 2000 ad oggi. Coadiuvato da un'acustica eccezionale, cosa rara nei concerti dei Cure, si proietta direttamente alla vetta della loro carriera concertistica, spodestando gli storici episodi di Roma 2002 e Taormina 2005.

Ecco la scaletta:

- Three Imaginary Boys set:
  10:15 Saturday Night, Accuracy, Grinding Halt, Another Day, Object, Subway
  Song, Foxy Lady, Meathook, So What, Fire In Cairo, It's not You,
  Three Imaginary Boys, The Weedy Burton
- Seventeen Seconds set:
  A Reflection, Play for Today, Secrets, In Your House, Three, The Final Sound,
  A Forest, M, At Night, Seventeen Seconds.
- Faith set:
  The Holy Hour, Primary, Other Voices, All Cats are Grey, The Funeral Party,
  Doubt, The Drowning Man, Faith.

- Encore 1:
  World War, I'm Cold, Plastic Passion, Boys Don't Cry, Killing an Arab,
  Jumping Someone Else's Train, Another Journey by Train.
- Encore 2:
  Descent, Splintered in her Head, Charlotte Sometimes, The Hanging Garden.
- Encore 3:
  Let's Go to Bed, The Walk, The Lovecats.

mercoledì 16 novembre 2011

Belle & Sebastian- Like Dylan in the Movie



Lisa's kissing men like a long walk home
When the music stops
Take a tip from me, don't go through the park
When you're on your own, it's a long walk home

If they follow you

Don't look back
Like Dylan in the movies
On your own
If they follow you
It's not your money that they're after, boy, it's you

Pure easy listening, settle down
On the pillow soft when they've all gone home
You can concentrate on the ones you love
You can concentrate, hey, now they've gone

But if they follow you

Don't look back
Like Dylan in the movies
On your own
If they follow you
It's not your money that they're after, boy, it's you

Yeah, you're worth the trouble and you're worth the pain

And you're worth the worry, I would do the same
If we all went back to another time
I will love you over
I will love you over
I will love you

If they follow you

Don't look back
Like Dylan in the movies
On your own
If they follow you
Tenderly you turn the light out in your room 





 http://www.youtube.com/watch?v=o4XOlPvxrVs

martedì 15 novembre 2011

The Flaming Lips/ Fight Test



I thought I was smart/ I thought I was right
I thought it better not to fight/ I thought there was a
Virtue in always being cool/ so when it came time to
Fight I thought I'll just step aside and that the time would
Prove you wrong and that you would be the fool

 

I don't know where the sun beams end and the star
Lights begins it's all a mystery

 

Oh to fight is to defend if it's not
Now than tell me when would be the time that you would stand up
And be a man/ for to lose I could accept but to surrender
I just wept and regretted this moment/ oh that I 
I Was the fool

 

I don't know where the sun beams end and the star
Lights begins it's all a mystery
And I don't know how a man decides what right for his
Own life/ it's all a mystery

 

Cause I'm a man not a boy and there are things
You can't avoid you have to face them when you're not prepared
To face them
If I could I would but you're with him now it'd do no good
I should have fought him but instead I let him/
I let Him take you 



I don't know where the sun beams end and the star
Lights begins it's all a mystery
And I don't know how a man decides what right for his
Own life/  it's all a mystery









 

  

domenica 13 novembre 2011

The La's/ There She Goes



There she goes
There she goes again
Racing thru' my brain
 

And I just can't contain
This feelin' that remains


There she blows
There she blows again
 

Pulsing thru' my vein
And I just can't contain
This feelin' that remains 








There she goes, there she goes again
She calls my name, pulls my train
 

No-one else could heal my pain
And I just can't contain
This feelin' that remains
 

There she goes
There she goes again
Chasing down my lane


 And I just can't contain
This feelin' that remains




                                                   River Phoenix
 

http://www.youtube.com/watch?v=Df0Ws1MVfuI

venerdì 11 novembre 2011

Cabaret Voltaire/ Johnny Yesno- Redux



La nuova edizione “redux” di Johnny YesNo contiene: il film originale uscito nel 1982, una nuova versione del film girata da Peter Care in tempi recenti a Los Angeles con un nuovo cast, più di 140 minuti di materiale bonus su 2 CD con nuove tracce registrate appositamente dai Cabaret Voltaire per la nuova edizione, dei remixes di Richard H. Kirk oltre a nuove note di copertina redatte da Ken Hollings. 

Diretto 30 anni fa dal regista Peter Care, con un cast di attori sconosciuti, il film fu pubblicato dall' etichetta Double Vision di proprietà dei Cabaret Voltaire e divenne in breve tempo un cult movie nel circuito del cinema indipendente.
 

Buona parte della fama la ottenne grazie alla musica allucinante della colonna sonora scritta appositamente dai Cabaret Voltaire oltre che dalla trama del film,  una storia di vita urbana ambientata nella città di Manchester, un intenso incubo metropolitano a base di droga, allucinazioni e sesso.



 

lunedì 7 novembre 2011

My Morning Jacket / "Holdin' On To Black Metal"



It's a darkness you can't deny
But it don't belong in a grown up mind
Suppose you'll find this place in a youngster's eyes
Coming into life you needn't cry
But as a boy you gotta let it go
Or
You'll find out something is good
Oh black metal you're so misunderstood

Holdin' on to black metal
(Black metal)
Holdin' on to black metal
(Black metal)
Black metal you've been holding on too long

Oh black metal, so misunderstood
Don't turn yourself into Lucifer's fool
Black metal feeds those young, enough is enough
Wants refills out of Lucifer's cup
Black metal lead to and your teenage pop
Look at you starchild you're all grown up

Still holdin' on to black metal
(Black metal)
Still holdin' on to black metal
(Black metal)
Black metal you've been holding on too long

Catch your waves on Lucifer's beach
Taking shade and underneath Lucifer's trees
Getting sustenance from Lucifer's peach
Oh black metal it's a fact in all your speech

Holdin' on to black metal
(Black metal)
Holdin' on to black metal
(Black metal)
Black metal you've been holding on too long

(Black metal)
(Black metal)
Oh bring them to me
(Black metal)
Oh making me think
(Black metal)
Oh one, two, three
Let's rock!

My Morning Jacket/ Circuital



Beh che dire, l'impatto con il nuovo disco dei My Morning Jacket è folgorante. Holding On The Black Metal è una delle songs più belle degli ultimi decenni. Assolutamente non siamo d'accordo con chi sostiene che la band americana dia il meglio di se esclusivamente nelle live performances, realmente eroiche ed esaltanti.

Circuital supporta il nostro dissenso; esso è un album di intensità sonora non comune.

My Morning Jacket rappresentano artisticamente stati d'animo, senzazioni e modi di essere estremamente attuali.

Circuital è un'opera di puro rock alternativo, che esalta musicalmente l'intenso lirismo della voce di Jim James, carismatico ed indiscusso frontman del gruppo di Louisville, Kentucky.



 

Di fatto Circuital, pubblicato dallo Ato, segna un parziale ritorno alle origini folk e psichedeliche della band; il tutto si traduce in magiche armonie che esprimono al meglio l'originalità  creativa dell'ensamble nordamericano.

Il godibilissimo lato romantico contribuisce ad accrescere i meriti del sesto lavoro dei My Morning Jacket.

Stilisticamente  sono artefici di una sorta di sperimentazione stravagante; non sono un semplice gruppo rock; essi appartengono a quei fatti che trascendono ogni razionale classificazione.

"Mi hanno detto di non fumare la droga, ma io non ho voluto ascoltare / Non ho mai pensato  di rimanere intrappolato e finire in prigione", canta in modo naturalmente drammatico James in "Outta My System".

Ogni momento di Circuital scaturisce da una notevole vitalità e da una energia irresistibilmente inconsueta.

Con Twin Shadow tra le più eccitanti ed attraenti bands americane di questi anni.

Circuital, anche non raggiungendo le vette dei live show dei My Morning Jacket, è un passo estremamente importante e solido per una band che non hai smesso di evolversi. 

Certamente nella nostra Top Ten del 2011.




giovedì 27 ottobre 2011

Mogway/ Hardcore Will Never Die, But you Will.



Hardcore Will Never Die, But You Will è il settimo album degli scozzesi Mogway, una delle esperienze stilistiche più originali ed innovative in ambito post-rock e della musica  attuale  in genere.

Il quintetto, formatosi in Glasgow, è composto da Dominic Aitchison, Stuart Braithwaite, Martin Bulloch, Barry Burns, John Cummings.

Hardcore Will Never Die, But You Will è una continua fusione di particelle cosmiche in incessante movimento, è il delirio di visioni infinite, è gioia, è malinconia, è la luce blu della pace e della solitudine, è l'elemento mancante che crea la perfezione.

Anche in questa nuova opera la band scozzese riesce  a dare forma artisticamente  ad un'idea compositiva che scaturisce nella rappresentazione estetica della bellezza ideale.

La ricchezza dei suoni è sempre una nota predominante nelle dilatate linee creative dei Mogway. Essi sono artefici di melodie pure, incontaminate, che si realizzano risplendendo di luce propria.


Ogni brano è una storia animata da colori fantastici e da sfumature sfuggevoli ed intense. Tracciati sonori infinitesimali ricchi di cenni allusivi si insinuano concentricamente in spazi non identificabili.

Un persistente senso di oscurità e mistero attraversa ogni momento dell'opera.


Il suono maestoso dei Mogway è l'antitesi della musica da sottofondo. Hardcore Will Never Die, But You Will è un album coraggioso e istintivo, spiritualmente molto energico giocato su una profondità di suoni che pochi possono eguagliare.

Hardcore Will Never Die, But You Will è generato da un processo creativo particolarmente speciale.

E' il disco dell'anno.


martedì 25 ottobre 2011

Thurston Moore/ Demolished Thoughts


Sono passati quasi venti anni da quando esordivano i
Sonic Youth, creatura degli eclettici e visionari
Thurston Moore e Kim Gordon.


La band proveniva, stilisticamente e culturalmente,
dall'underground newyorkese più estremo ed oscuro.


In questo suo nuovo album Moore affida la
produzione, così come gli arrangiamenti, a Beck.




Demolished Thoughts è un disco intimo ed acustico,
estremamente elegante, in cui spiccano armonie pacate,
create da un sezione di strumenti a corde di notevole
qualità stilistica. 




Moore, chitarra e voce, è accompagnato da Samara
Lubelski, violino; Mary Lattimore, arpa; Beck Hansen,
synth, voce e basso; Bram Inscore, basso e Joey Waronker
alle percussioni.


Moore ha evitato la tensione ed il rumore in questo
nuovo capitolo di una carriera ormai trentennale; il
suono è molto introspettivo e le liriche estremamente
suggestive.


Sullo sfondo una tessitura di chitarre che risuona in
modo cristallino donandoci un autore nel pieno della
forma espressiva e compostiva.


L'influenza di Beck è molto discreta anche se la sua
presenza è determinante nel risultato finale di Demolished
Toughts, caratterizzato da  toni esistenzialisti e
contemplativi.


Musica celestiale e spirituale, appassionata e a volte
aggressiva, come nella song Space.


Demolished Thoughts è un stupendo ed intenso disco di
rock acustico. 

Certamente tra gli album più belli dell'anno a finire.




domenica 23 ottobre 2011

Keith Lowe Interview





Keith Lowe è uno dei bassisti più geniali nell'ambito della
musica contemporanea. In oltre trenta anni di esperienza
professionale ha avuto modo di venire a contatto con diversi
nomi di assoluto spessore creativo.
 


Come egli stesso dice "non ha ancora suonato della musica che non
lo entusiasmasse, magari solo perchè fortunato"; noi crediamo che
sia la sua poliedricità a farlo apprezzare da molti grandi artisti.
Suona indifferentemente e con la stessa naturalezza in una blues
band così come in un progetto ambient o elettronico, o jazz etc...
 

Ho avuto il piacere di assistere all'ultimo concerto parigino di
David Sylvian alla Cigale*;  Keith Lowe al basso rendeva magica 

ogni nota, come magica è stata tutta l'atmosfera vissuta quella notte.
Quella che segue è una conversazione con Keith; la sua genuinità
e spontaneità scaturisce da ogni sua affermazione.  


Chi è Keith Lowe

Sono bassista e contrabbassista e vengo da Seattle, Washington,     
Nord-Ovest degli States. Essenzialmente sono un musicista freelance,    
ed ho avuto la possibilità di registrare e partecipare a tour con     
alcuni dei musicisti più talentuosi del momento, inclusi David     
Sylvian, Bill Frisell, Fiona Apple, Wayne Horvitz.



Quali sono i tuoi musicisti favoriti.

Ho molte influenze e tanti musicisti che preferisco...Brian Eno, David  
Sylvian, Bill Frisell, Wayne Horvitz, Miles Davis, and Harold Budd.
 

Musicalmente stiamo vivendo un periodo di transizione; credi che    
internet e le nuove tecnologie hanno influenzato la musica del
nostro tempo e cosa pensi della musica contemporanea.


Attraverso internet credo ci siano tante nuove opportunità per     
produrre e distribuire musica. Il ruolo delle majors e dei grandi     
studi sono stati compromessi e penso sia un fatto positivo. Più
gente può fare musica senza essere influenzata dalle grandi compagnie
che vogliono fare musica commerciale soltanto per il fine economico.
Per quanto riguarda la musica contemporanea, non ascolto molta radio,
così non so esattamente cosa ci sia di nuovo in quest'ambito, ma ho     
ascoltato alcune cose nuove veramente buone. Da quando è così facile    
fare musica è così difficoltoso trovare buona qualità, richiede tanto   
sforzo!


Cosa suggeriresti ad un giovane musicista.

Ascoltare e suonare quanta più musica possibile con quanta più gente    
possibile.


Tu sei un ricercato session man, la tua esperienza è molto ampia,     
così ti chiedo se hai un progetto, ovvero mi chiedo se è possibile     
ascoltare presto un tuo lavoro solista.


Adesso sto lavorando ad un progetto ambient, con altre due persone.     
Non dirò nomi ancora, ma se tutto va bene qualcosa uscirà presto.
Sono    pure nella pianificazione di un'altra registrazione che
avrà alcuni ospiti e collaboratori veramente speciali e dovrebbe
essere un po più basato su canzoni del progetto prima menzionato.
Comunque tutte le news saranno disponibili nel mio website
www.keithlowe.net




* The World Is Everything Tour- 2007

sabato 22 ottobre 2011

Anekdoten Interview



Sono stati definiti i nuovi King Crimson ed il
paragone non è certamente azzardato. Anekdoten
è un quartetto svedese formato da Jan Erik
Liljestrom, basso e voce; Nicklas Berg, voce e
chitarra, mellotron e vibrafono; Peter Nordins,
batteria, cimbali, vibrafono, Anna Sofi Dahlberg,
mellotron, voce, pianoforte ed organo; collabora,
al flauto, Gunnar Bergsten.



La musica creata dalla band è intrisa di variopinte
immagini evocative tipiche di cristallini paesaggi
nordici dove il concetto si spazio si dilata
all'inverosimile.

 

Abbiamo intervistato la band, e quello che segue è
il risultato della nostra conversazione. 





Dite qualcosa degli Anekdoten


Siamo quattro persone che hanno cominciato a suonare
insieme nel 1991.
La maggior parte di noi prima aveva suonato heavy
metal e rock duro, ma in questa nuova veste volevamo
provare ad esplorare più il mondo progressive.
Inizialmente abbiamo interpretato alcune covers dei
King Crimson e subito dopo abbiamo cominciato a scrivere
materiale originale sempre vicino allo stesso ambito.
Attraverso gli anni abbiamo fatto nostre sempre più
influenze musicali.
Siamo estremamente indipendenti e produciamo,
realizziamo e distribuiamo autonomamente il nostro lavoro.
E' bellissimo fare ciò che desideriamo senza venire a
compromessi con altri.


Siete stati definiti i nuovi King Crimson; quali sono
le influenze che vi hanno maggiormente influenzato;

nella vostra musica emerge in modo nitido un 
background progressive

Grazie!!! Quello dei King Crimson è un importante
riferimento.
Ciascuno di noi ascolta cose differenti, per quanto
riguarda me- Peter- ascolto una grande quantità di
artisti: Magma, VDGG, Genesis, Fläsket Brinner,
Bo Hansson, Björk, PJ Harvey, Tori Amos, Zero 7,
Popol Vuh, Museo Rosenbach, PFM, Osanna, Banco,
Black Sabbath, Comus, Emma  Nordenstam...
Quando iniziai ad ascoltare- dice Jan Erik- musica,
amavo i Beach Boys e The Beatles.
Nei primi anni 80 ascoltavo esclusivamente heavy rock/
heavy metal.
Nel 1982 fui colpito tantissimo dai Jethro Tull e poco
dopo continuai ad ascoltare tutti i grandi del prog
anni 70.
Da quel momento ho continuato ad esplorare vari generi
differenti tra loro. Ma tutt'ora heavy metal e progressive
sono sempre una parte immortale nel mio mp3.
E' interessante riuscire ad unire influenze di vario
tipo nella musica degli Ankedoten.
Anche se alcuni "puristi" potrebbero opporsi a tale
comportamento, credo che sia essenziale per dare un
interesse alla musica e farla vivere.


Cosa pensate della musica di oggi.




Mi dispiace dire che io non ascolto- Jan- molta nuova
musica al momento.
Mi può capitare di ascoltare gruppi molto belli, navigando
nella rete o tramite i consigli dei miei amici.
Mi piace molto In Rainbow dei Radiohead e Tio Bitar
dei Dungen. Midlake è stata una grande scoperta.
  

Thanks to Natasha Marchetti

lunedì 17 ottobre 2011

Tuxedomoon Never Ending Story


Formatasi nel 1977 in S. Francisco, Tuxedomoon è stata la band, con i Residents, ad aver dato inizio alla scena new wave californiana.
 
Con gli anni sono stati più di dodici i membri che hanno contribuito a realizzare i progetti artistici dell'ensamble.
  
Le liriche evidenziano l'interesse per i dilemmi socio-politico-comunicativi che tanto affliggono l'individuo moderno; la loro è musica che trae spunto dalla cupa e vuota modernità metropolitana;  "La scena è sempre la stessa", cantano in Holy Wars.
 
Steven Brown, Peter Principle, Blaine L. Reininger, Luc Van Lieshout, Bruce Geduldig ed il geniale Winston Tong, hanno dato vita ad una esperienza poliedrica ed imprevedibile, che sfocia nel teatro, nella danza e nell'arte astratta, nella pittura etc.
  
L'architettura sonora che caratterizza le varie intuizioni compositive è estremamente complessa; in essa vi si trovano i ritmi scarni del minimalismo, i riferimenti, più o meno espliciti, alla musica classica ed al jazz, l'assoluto interesse per l'avanguardia e quello per il pop colto,l'equilibrio armonico e le dissonanze strumentali.

 



La trasposizione di mai abbandonate velleità teatrali- Divine-è un elemento caratterizzante di proprie idee espressive.
 
Determinante, specialmente ai fini dell’aspetto scenico, è il gusto per il dramma ed il funereo- The Ghost Sonata-.
  
Tutto ciò rende il suono del "complesso" una miniera pressochè inesauribile di suggestioni e di spunti geniali, atti a stimolare cuore e corpo. 

Le recenti pubblicazioni, "Bardo Hotel Soudtrack", 77o7- box commemorativo per i trenta anni di attività- confermano assolutamente come i Tuxedomoon siano, oggi più che mai, una delle punte di diamante dell'arte contemporanea, e che il loro discorso oltrepassa i limiti ristretti delle categorie per involarsi, libero, in un sogno policromo in cui ogni luogo definito ed identificabile non è altro che la sfaccettatura di una realtà fuori dal tempo e dallo spazio; la loro è la musica del mondo reale e fantastico allo stesso tempo.

 

 

Sottili e scarni disegni geometrici confluiscono in un fantasmagorico collage emozionale impressionista.
 
Ogni show è un affresco di suoni, immagini ed azioni trasposte con tenui e minuziose rifiniture; essenze di armonie semplici e minimali, tramutate in indimenticabili performances multimediali molto sofisticate, che permettono di assimilare ed interiorizzare varie forme di arte.
  
L'indipendenza dalle majors, ha dato ai Tuxedomoon la possibilità di manifestare il loro immenso talento.
  
Questa particolarità ha reso il loro stile non catalogabile nell'uniformità del music business.
 
 
Definitivamente musica, la loro, che abbatte ogni criterio fisico-temporale e che vivrà fino alla fine del mondo.

 


giovedì 13 ottobre 2011

Hammock/ Asleep in the Downlights

Sarà disponibile al pubblico il prossimo 25 Ottobre il nuovo
lavoro degli statunitensi Hammock.

L'opera sarà stampata come singolo CD e vinile 12"; entrambi
i supporti verranno realizzati in edizione rigorosamente limitata 

e numerata. 
 

Due dei quattro brani di Asleep in the Downlights hanno visto la 
partecipazione di Steve Kilbey e timEbandit Powles, dei  Church.
 


Hammock è un duo di Nashiville composto da Marc Byrd e Andrew Thompson;
i due artisti nordamericani propongono un ambient post-rock di notevole
qualità stilistica.


Chasing After Shadows...Living with the Ghosts- annieroses 14/9/2011-
è un disco folgorante; pop d'avanguardia etereo, cristallino, onirico.


Asleep in the Downlights è un ennessimo momento di una magica e
attualissima esperienza musicale.




Discografia
Kenotic- 2005
Stranded Under Endless Sky EP- 2005
The Sleepover Series, Vol. 1- 2006
Raising Your Voice...Trying to Stop an Echo- 2006
Maybe They Will Sing for Us Tomorrow- 2008
Chasing After Shadows...Living with the Ghosts- 2010
Outtakes : Chasing After Shadows...Living with the Ghosts- 2010
North West East South EP- 2010 
Longest Year EP-  2010

mercoledì 12 ottobre 2011

The Names - Calcutta

Factories...but ruins are
Centuries...but ruins are
Batteries...but ruins are
Harmonies...but ruins are

Why can't you see through me
Why can't you see trhough me

Calcutta keeps me silent

Strategies...but ruins are
Comedies...but ruins are
Machineries...but ruins are
Tragedies...but ruins are

Why can't you see through me
Why can't you see through me

Calcutta...keeps me silent

martedì 11 ottobre 2011

Ariel Pink's Haunted Graffiti/ Before Today

Before Today è il nuovo ed eccitante lavoro di Ariel Pink,
all'anagrafe Ariel Marcus Rosenberg, L.A. 1978,
pubblicato dalla 4AD.
 

Il giovane compositore californiano è autore di un
magico miscuglio di suoni intriganti, una sorta di
retro pop wave molto naif.
 

Before Today porta varie novità nel mondo di Rosemberg;
è il primo album per una label indipendente di notevole
spessore, allo stesso tempo l'artista losangelino si avvale
di una band di supporto per realizzare questo disco che è
anche il primo della sua discografia registrato
in uno studio di registrazione ed anche la sua prima opera
in alta fedeltà.
 

Rosemberg non è un personaggio che gli anglosassoni 
definirebbero politically correct.
Prima della pubblicazione di Before Today, in un'intervista
polemica, parlando del decadimento economico occidentale,
della guerra israelo-palestinese, del voodoo del mercato
azionario, asseriva tra l'altro, "Gli ebrei sono i peggiori".
 

In questo suo ultimo lavoro, Rosemberg, crea atmosfere suggestive
e coinvolgenti; wave romantica molto seducente.
Bright Lit Blue Sky è un brano che soggioga l'ascoltatore
per la sua immensa poeticità armonica e lirica;
"What is the thing, i call my mind, i look for the things
i can't find, why am i so far from the ground"
...
 

Sublime ed incantevole.

domenica 9 ottobre 2011

Pure Reason Revolution: The End of a Beautiful Story

Ogni passione, ogni attimo vissuto con intensità emotiva,
relazioni interpersonali felici, beh la fine di tutto ciò
è inevitabile.
 

Ciò che è bello non dura fino alla fine del mondo.
 

La regola vale anche per gli inglesi Pure Reason Revoluion,
che, dopo due albums, uno dei quali, The Dark Third,
ci commosse per la sua assoluta perfezione e ci fece gridare
al miracolo e varie live performances- i PRR hanno tra l'altro 

aperto per i Porcupine Tree nel  "Tour Of A Blank Planet", 
Giugno/Luglio 2007- hanno deciso, come band, di porre 
fine a tale scintillante esperienza.
 

Si esibirrano in U.K. in novembre, sette date già fissate.
PRR è un quartetto formato da Jon Courtney, Chloe Alper,
Jamie Willcox e Paul Glover.
 

Assolutamente i quattro artisti britannici, hanno creato musica che
si colloca prepotentemente tra i momenti più
belli di sempre  della corrente progressive  o neopsichedelica.
 

Amor Vincit Omnia, secondo album dell'ensamble, si distacca dal
precedente The Dark Third; è comunque un disco molto ben confezionato
che evidenzia il coraggio di intraprendere un cambiamento stilistico.
 

Il risultato è estremamente originale e godibile.