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venerdì 28 ottobre 2011

This Must Be The Place- Regia: Paolo Sorrentino



Interpreti: Sean Penn, Frances McDormand, Tom Archdeacon, Shea Whigham,
Harry Dean Stanton, Joyce Van Patten, Kerry Condon, Judd Hirsch, Seth Adkins,
David Byrne, Eve Hewson, Simon Delaney, Gordon Michaels, Robert Herrick,
Tamara Frapasella, Sarab Kamoo.
Durata: h 1.58 Nazionalità:  Italia, Francia, Irlanda 2011 Genere: drammatico


"...Le storie vengono dopo. Di solito le storie non mi piacciono.
Non mi piacciono le trame. Se potessi, le abolirei. Le storie bene
o male sono sempre le stesse, sia che si tratti di Orson Welles,
che dell’ultimo dei registi di soap opera. Solo raramente rimango
affascinato da una storia. L’unica cosa che mi affascina è il
tentativo di capire gli uomini, le loro sfaccettature,
i loro lati più oscuri e misteriosi..."- P.Sorrentino-

 

Parole sante quelle di Sorrentino, regista ormai affermatosi come
tra i più rappresentativi della scena italiana e non, che gia ne
"Il Divo", del 2008, s'erano concretizzate. Oggi più che mai,
quasi fosse un Goldoni del ventunesimo secolo, attua la propria
"riforma del cinema", spodestando dal podio la florida e remunerativa
figura del film "di intreccio" per rimpiazzarla con quella del film
"di carattere", scandagliando a fondo la componente umana, unica vera
protagonista della pellicola.
 


In "This Must Be The Place" "l'uomo" Sorrentiniano è elevato a potenza
cubica; il canovaccio funge da intelligente pretesto, da scintilla motrice
per un corpo ormai inerte. Cheyenne (Sean Penn) è una rock star
profondamente annoiata che, in seguito ad una tragedia della quale
si crede l'artefice, s'è rinchiusa a forza nel suo guscio, un universo
parallelo fatto di risolini omosessuali, attenti sguardi, glaciali e
secche risposte sagaci ed improvvisi sfoghi isterici. Elementi, questi,
che costituiscono ormai la quotidianeità di un guru appassito, un
Robert Smith in pensione che, come una vecchia zia, si trascina nei suoi
abiti di scena per fare la spesa, portandosi dietro l'immancabile trolley,
l'equivalente della coperta per Linus, come fosse un cane al guinzaglio.

 

Amante della vita, pur nascondendosi all'ombra della stessa, comincerà
ad apprezzarla e ad affrontarla veramente soltanto alla morte del padre
che scaturirà un vero e proprio tumulto nella sua abitudinarietà.
Decide, dunque, di recarsi negli Stati Uniti per cercare il carnefice
nazista che, in passato, perseguitò suo padre in un campo di concentramento.
Si da il via, così, ad un processo evolutivo rimasto interrotto da troppo
tempo, un viaggio "on the road" che lo condurrà al suo personalissimo bivio
esistenziale, coronato da una delle sequenze cinematografiche più belle degli
ultimi anni.

 

Con "This Must Be The Place", Sorrentino approda negli States e lo fa
senza contaminarsi, senza perdere il suo caratteristico smalto,
esorcizzando qualsiasi ampollosità sentimentalista di maniera e mantenendo
 un'impronta autoriale degna di nota e rispetto. Dirige un prodotto eccelso,
cosparso di ombre legate alle loro vite, disgrazie, avventure compiute e non,
elementi esistenti che si reggono in piedi indipendentemente dal protagonista;
di esse non c'è tenuto sapere tutto, fungono da meri contorni. Scelta ostica,
di stampo quasi Felliniano, ma decisamente approvata.
All'apparentemente scura figura di Cheyenne si contrappone il candore di un
David Byrne nella parte di se stesso- compositore inoltre della splendida
colonna sonora-, che incarna l'antitesi cromatica ed espressiva del leader
degli ormai estinti "Fellows".



Un road movie solare, equilibratissimo, sprizzante di vita e mai sottotono,
adagiato su una sceneggiatura magnificamente scritta e funzionale,
affogato in una fotografia preziosa ed inestimabile e dominato da un
bambinesco Sean Penn in totale stato di grazia!


Voto: 8½

Vik








 

















 


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